THE LUST SYNDICATE – Capitalism is cannibalism (2019)

THE LUST SYNDICATE – Capitalism is cannibalism (2019)

Fermi tutti! Questa è roba forte.

La Band

THE LUST SYNDICATE è un progetto musicale di Simone Salvatori (Spiritual Front) che ha debuttato lo scorso 18 gennaio per l’etichetta tedesca Trisol Music Group.

Il Disco

CAPITALISM IS CANNIBALISM” è un disco indubbiamente fuori dal comune, crudo ed esplicito, partendo  dalla stessa copertina dove sesso, denaro e violenza anticipano il “filo rosso” che lega tutti i brani. E’ un disco di  denuncia che descrive il deterioramento dei principi umani in questa nostra epoca in cui la schiavitù, per i più fortunati, è mascherata da libertà. Senza mezzi termini Simone Salvatori giudica il nuovo capitalismo finanziario un puro atto di cannibalismo che si prefigge di fagocitare ed eliminare i deboli, i nemici storici, la cultura, la diversità e tutto quello che sfugge alle sue logiche di mercato. Gli stati vanno smantellati per dare spazio a unica cultura apatica e egoista che non interferisca con questa nuova dittatura economica.

THE LUST SYNDICATE

Le stesse maschere che coprono i volti dei tre musicisti rappresentano il vero aspetto marcio e decrepito dei nuovi colonialisti decisi ad appiattire ogni emozione.

Statement_ Consenting Victim” introduce queste tematiche con un breve parlato fra cupi rumori sferraglianti. L’uomo ha perso la sua volontà di essere libero a favore di una fittizia libertà che altro non è, che una prigione legata ai dogmi della produttività e del consumo. Come abbiamo potuto accettare tutto questo?

Il Martello

Le martellanti “Death moves Towards Us” e “Utopia as violence” sono pezzi industrial e melodici dagli accattivanti ritornelli che ricordano i lavori meno estremi degli Einstürzende Neubauten o degli SPK.

 

Statement_ Flattering of Humanity”, la seconda “dichiarazione” (ce ne sono ben tre nell’album) precede l’ansiogeno crescendo di “One creed. Elettronica e suoni metallici si uniscono in un’atmosfera angosciante dove il pestare martellante e le sovrapposizione di tracce vocali procedono dritto e stabile come un mantra.

Il ritmo torna piacevole e orecchiabile con la più smussata “From despair to new barbarism”. Il connubbio Industrial, elettronica e ritornelli accattivanti continua con “Financial aristocracy”. Chiude la tetra e bellissima “The word of God (is his sperm)”.

Le Particolarità

La voce di Simone Salvatori è forte e oscura, perfetta per accompagnare l’ascoltatore nel “manifesto” musicale di “CAPITALISM IS CANNIBALISM”. I suoi testi riportano con forza alla negatività e alla decadenza in cui la società moderna sta precipitando trattando temi come la finanza deviata, la condizione dell’uomo in un mondo sempre più corrotto e alla  moderna e inconsapevole schiavitù che coinvolge tutti noi, raggruppati in diversi gironi danteschi. Temi riassunti molto sapientemente nel titolo di questo concept album che, come spesso accade per i titoli delle canzoni del disco, ne sintetizza l’intero contenuto.

THE LUST SYNDICATE
THE LUST SYNDICATE

Tante e varie le collaborazioni presenti nell’album: Michael DE Victor dal gruppo neofolk While Angels Watch, l’attore di genere italiano Mark Thompson Ashworth, l’occultista americano Paul Smalley, Gary Carey dei Joy of Life, Sean Ragon dei Cult of Youth, Erin Powell degli Awen e Caroline Jago dei pionieri del neofolk Sol Invictus.

Conclusione

THE LUST SYNDICATE è un progetto potente che, probabilmente, darà il meglio di sé nelle esibizioni live.

Per sintetizzare tutta l’esperienza d’ascolto con meno parole possibili userò solo un aggettivo ed è RIVELATORIO.

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