1. Il fascino delle Location – Palazzo Fortuny a Venezia parte 2
Dopo anni di restauro, Palazzo Fortuny è oggi interamente visitabile, dal piano terra fino all’immenso sottotetto con vista sulle tegole di Venezia.
Dopo anni di restauro, Palazzo Fortuny è oggi interamente visitabile, dal piano terra fino all’immenso sottotetto con vista sulle tegole di Venezia.
Gli stretti ballatoi dei piani nobili si affacciano sul piccolo giardino del lato più nascosto del palazzo, un gioiello di grande suggestione.
All’interno, l’arredamento è rimasto il più possibile fedele a quello originale. Il grande salone del primo piano (il salone di rappresentanza) ha le pareti tappezzate di magnifiche stoffe Fortuny, su cui spiccano i quadri a olio di Mariano.
Poi i tappeti, gli splendidi lampadari di seta (sempre di Mariano), i divani e le vetrine con oggetti preziosi collezionati negli anni. Un salotto in cui riverberano echi dannunziani.
Per contrasto, nella vasta sala del secondo piano dove lavoravano le operaie sui telai, così spaziosa e oggi così vuota, è rimasta solo la biblioteca-studio di Mariano: un luogo dall’atmosfera quasi sacra, che racchiude l’anima dell’artista.
Ci sono volumi d’arte, album con motivi decorativi, cartelle di appunti, fotografie… e un torchio per la stampa, un tavolo da lavoro, un cavalletto… ma anche strumenti all’avanguardia per quei tempi: lenti, ingranditori e lampade AEG brevettate da Mariano per l’illuminazione del palcoscenico nei teatri.
Il piccolissimo gabinetto alle spalle della biblioteca racchiude ancora boccette e vasi di vetro con i pigmenti segreti (formule di creazione Fortuny) che venivano utilizzati per la tintura delle stoffe.
Questo è il laboratorio in miniatura del grande alchimista. Salendo per le scale si arriva al terzo piano, dove Mariano aveva allestito il suo laboratorio fotografico. Negli armadi, ingranditori, vasche per lo sviluppo, asciugatori, pinze… Il museo conserva 10.000 negativi su vetro.
Come in una wunderkammer, aprendo i cassetti dell’atelier, dello studiolo e della biblioteca si trovano piccole meraviglie: gioielli disegnati da Mariano, bozzetti in cera e terracotta, studi di scenografie teatrali, prove di stampa, frammenti di stoffe, avori lavorati al tornio e, inaspettatamente, anche trapani da dentista, occhiali da oculista, bisturi… Tutto “bello come l’incontro fortuito di una macchina da cucire e di un ombrello sopra un tavolo da dissezione” (per citare i “Canti di Maldoror” di Lautréamont).
ARTEMPO
Questi accostamenti azzardati, spiazzanti e, a modo loro, illuminanti come un quadro surrealista hanno spinto il famoso collezionista e interior designer belga Axel Vervoordt a realizzare nella casa-museo di Mariano “ARTEMPO“, una mostra di grande suggestione dove arte antica e arte moderna, installazioni contemporanee e reperti archeologici, culture orientali e culture occidentali convivono, dialogano e si confondono in un’emozionante gioco di assonanze. Un viaggio che supera le barriere geografiche e cronologiche che siamo abituati ad erigere quando parliamo di arte.
Visto il successo di ARTEMPO (2007), Axel Vervoordt continuerà, sulla stessa linea e nella stessa sede, a realizzare mostre evento come “IN-FINITUM” (2009) e “TRA” (2011).
Memorabili gli allestimenti di Daniela Ferretti, straordinaria exhibition designer di fama internazionale e direttrice di Palazzo Fortuny dal 2010.
I TESSUTI FORTUNY
Curiosità La produzione dei tessuti Fortuny continua ancora oggi nell’atelier della Giudecca, inaugurato nel 1921.
Le stoffe delle nuove linee di mercato, sempre ispirate al genio di Mariano, vengono confezionate con competenza e professionalità dalle detenute del vicino carcere femminile.
A Brescia è presente l’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Mariano Fortuny”, orientato ai settori dell’abbigliamento, della moda e dell’arredamento. Daniela Ferretti, veneziana d’adozione da più di quarant’anni, è nata a Brescia.
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