2. Il fascino delle Location – Le colonie marine abbandonate. La riviera Adriatica – Parte 1

Le colonie marine dei primi anni del ‘900 lungo la Riviera Romagnola sono da sempre un’attrazione, anche se, il tempo ne cambia le motivazioni.

Colonie Marine - Ex Colonia Varese a Milano Marittima.
Colonie Marine – Ex Colonia Varese a Milano Marittima.

Le colonie marine dei primi anni del ‘900 lungo la Riviera Romagnola sono da sempre un’attrazione, anche se, col tempo, i motivi di tanto fascino sono cambiati. Ora le loro imponenti architetture razionaliste sono delle strutture metafisiche che l’abbandono e il degrado hanno reso spettrali relitti di epoche perdute. In passato la loro imponenza e le geometrie futuristiche servivano per propagandare un regime proiettato verso il progresso.

La colonie marine nascono come rimedio e prevenzione alle numerose forme di tubercolosi che rappresentavano una delle principali cause di mortalità nei bambini, specie quelli appartenenti alle classi meno abbienti.
Mare e sole erano un’ottima prevenzione e spesso anche un rimedio contro questa piaga.
Le prime colonie marine in Italia nacquero sulla Riviera Tirrenica verso la metà del 1800 grazie alla ferrea volontà di Giuseppe Barellai, mentre sulla Riviera Romagnola le prime strutture sorsero qualche decennio più tardi grazie a Paolo Mantegazza (considerato tra le altre cose un precursore della fantascienza italiana con il suo racconto “Anno 3000: un sogno“) grande ammiratore di Barellai.

Le colonie marine, in epoca fascista, vengono potenziate: da strutture ospedaliere diventano strumento di cura, educazione, svago e propaganda in grado di ospitare migliaia di bambini. Le politiche di sostegno alle famiglie più povere garantiscono loro un soggiorno vacanza in cui possono crescere sani, robusti e politicamente orientati grazie a un fiero senso dell’appartenenza. Anche alcune grandi industrie dell’epoca costruiscono le loro colonie in linea con la visone fascista.

Colonia Monopoli di Stato

E’ il caso della gigantesca colonia Monopoli di Stato (Montecatini) a Milano Marittima della Società generale per l’industria mineraria agricola e chimica.
La stretta collaborazione del reparto chimico con l’industria bellica degli anni del fascismo e il sostegno del nuovo direttore (Guido Donegani) a Mussolini consentiranno all’azienda di commissionare nel 1939 l’ambizioso progetto per la costruzione della Monopoli di Stato all’architetto Eugenio Faludi.

Colonie Marine - Colonia Monopoli di Stato (Montecatini) a Milano Marittima. Ingresso
Colonia Monopoli di Stato (Montecatini) a Milano Marittima. Ingresso
Colonia Monopoli di Stato (Montecatini) a Milano Marittima. Fronte.
Colonia Monopoli di Stato (Montecatini) a Milano Marittima. Fronte.
Colonia Monopoli di Stato (Montecatini) a Milano Marittima. Veduta dalla spiaggia.
Colonia Monopoli di Stato (Montecatini) a Milano Marittima. Veduta dalla spiaggia.

La colonia si presenta gigantesca, capace di ospitare più di 1500 bambini e circa 300 dipendenti, un ampio arco fa da ingresso alla lunga e ampia via che porta al blocco centrale della colonia.
Il blocco centrale dei dormitori è lunghissimo, ma alto solo quattro piani. Una torre alta 50 metri (la Torre dell’Arengario) bilancia l’aspetto monolitico dell’edifico. Nel progetto originale di Faludi una passerella doveva partire dal retro della colonia e attraversare tutta la spiaggia fino al mare.
La struttura funzionale e moderna è in linea con il sogno progressista di quegli anni, la torre dell’Arengario serviva ad ammirare il temperamento atletico dei giovani balilla che correvano lungo le sue rampe, nessuno poteva rimanere indifferente a uno sfoggio simile di “potenza” e “benevolenza”.

In tempo di guerra la colonia divenne ospedale militare, la torre venne distrutta e l’architetto Faludi, a causa delle leggi razziali (era di origini ebree), fu costretto all’esilio.

Colonie Marine - Colonia Varese veduta dalla spiaggia.
Colonia Varese veduta dalla spiaggia.
Colonie Marine- Colonia Varese. Particolare della doppia rampa. Fotografia di George Matei.
Colonia Varese. Particolare della doppia rampa. Fotografia di George Matei.
Colonie Marine - Colonia Varese. Interno. Fotografia di George Matei.
Colonia Varese. Interno. Fotografia di George Matei.

Colonia Varese

A pochi metri dalla Monopoli di Stato sorge un altro monumentale rudere: la colonia Varese. Costruita dall’architetto Mario Loreti nel 1939 per la Federazione dei Fasci della provincia di Varese.

Durante la guerra il piazzale della colonia fu utilizzata dai tedeschi come carcere, obitorio e ospedale mentre dagli alleati come rimessa per gli aerei della RAAF (Royal Australian Air Force). Durante la ritirata i Tedeschi fecero saltare con gli esplosivi la rampa di scale che occupava l’ampio blocco centrale dell’edificio.

Colonie Marine - Ex Colonia Varese a Milano Marittima. Veduta dalla spiaggia.
Ex Colonia Varese a Milano Marittima. Veduta dalla spiaggia.

Quelle che vediamo oggi sono frutto di un restauro iniziato negli anni ’60 e mai terminato. Negli ultimi anni l’interesse per queste storiche struttre è cresciuto, anche grazie all’attività di tanti writers, da sempre interessati a esplorare luoghi abbandonati, e dalla documentazione di fotografi amatoriali alla ricerca di soggetti curiosi.

Esistono vari progetti di riqualificazione per le colonie abbandonate (anche per la Monopoli e per la Varese), ma di difficile realizzazione.
Solo poche di queste sono state ristrutturate ridestinandole ad alberghi o scuole, ma, al di là delle necessità urbanistiche contro il degrado, il loro fascino è andato perduto. Questi relitti metafisici arenati sulle spiagge hanno la stessa  bellezza dei ruderi romani.

Le colonie marine abbandonate nei film

Proprio per la decadente e inquietante grazia le surrealei rampe incrociate della colonia Varese fanno da scenografia a due film italiani. “La ragazza di Latta” (1970) di Marcello Aliprandi, un piccolo film fanta grottesco che risente molto di quegli anni, e il cult horror “Zeder” (1983) di Pupi Avati. Per “Zeder” fu valutata un’altra location simile, ma meno suggestiva: la colonia “Le Navi” di Cattolica.

Leggi la seconda parte dello speciale sulle colonie marine abbandonate: La Riviera Tirrenica.

Colonie Marine - La Colonia Dalmine diventata l'albergo le Conchiglie di Rimini
La Colonia Dalmine diventata l’albergo le Conchiglie di Rimini
La Colonia Novarese a Miramare di Rimini. Architetto Giuseppe Peverelli (esponente di spicco dell'economia e della politica italiana nel periodo fascista. Scappò in Uruguay nel 1943) Diventerà un grand hotel e centro benessere. Lavori bloccati. Foto presa dagli archivi del sito www.artefascista.it
La Colonia Novarese a Miramare di Rimini. Architetto Giuseppe Peverelli (esponente di spicco dell’economia e della politica italiana nel periodo fascista. Scappò in Uruguay nel 1943) Diventerà un grand hotel e centro benessere. Lavori bloccati. Foto presa dagli archivi del sito www.artefascista.it

 

L'imponente Colonia Murri a Bellariva di Rimini (1911). Progetto di ristrutturazione, ma lavori bloccati.
L’imponente Colonia Murri a Bellariva di Rimini (1911). Progetto di ristrutturazione, ma lavori bloccati.
Colonie Marine - La Colonia Agip a Cesenatico (1938) tutt’ora attiva. Architetto Giuseppe Vaccaro.
La Colonia Agip a Cesenatico (1938) tutt’ora attiva. Architetto Giuseppe Vaccaro.
Ex colonia "Le Navi" a Cattolica di Rimini (1934). Architetto Clemente Busiri Vici. Parzialmente ristrutturato. Attuale Acquario e parco tematico.
Ex colonia “Le Navi” a Cattolica di Rimini (1934). Architetto Clemente Busiri Vici. Parzialmente ristrutturato. Attuale Acquario e parco tematico.
Ex colonia "Le Navi" a Cattolica. Cartolina d'epoca.
Ex colonia “Le Navi” a Cattolica. Cartolina d’epoca.
Ex colonia "Le Navi" a Cattolica.
Ex colonia “Le Navi” a Cattolica.
Ex colonia "Le Navi" a Cattolica. La struttura originale. Cartolina d'epoca.
Ex colonia “Le Navi” a Cattolica. La struttura originale. Cartolina d’epoca.

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