FANTAITALIA – I FILM italiani di Fantascienza – Parte 3

I FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 Negli anni ‘60 in Italia, sulla crescente popolarità dei primi supereroi e dal successo dei film della serie…

Negli anni ‘60 in Italia, sulla crescente popolarità dei primi supereroi e dal successo dei film della serie di Fantomas e di 007, nasce un nuovo genere che mischia i cliché dei vari filoni.
Paolo Bianchini dirige Hypnos – Follia di massacro (1967), Devilman Story (1967), Superargo (1968). Sergio Grieco plagia James Bond con la serie dell’agente 077 e gira l’assurdoCome rubare la corona d’Inghilterra, (1967). Gianfranco Parolini  crea I fantastici 3 Supermen (1967) a cui seguiranno, purtroppo, vari sgangherati seguiti. Mino Loy ci regala lo scadente Flashman (1967).
Umberto Lenzi dirige un’edulcorata trasposizione cinematografica di discreto successo di Kriminal (1966), il fumetto di Bunker/Magnus, che avrà un piattissimo seguito.
Solo il grande Mario Bava saprà mettere mano anche su questo genere, girando il cult Diabolik (1968), ovviamente ispirato al popolare fumetto creato da Angela e Luciana Giussani.
A fargli da contraltare, Dorellik (1967), lo scult con Johnny Dorelli, diretto un anno prima da Steno e che ispirerà anche i fumetti di Paperinik (Paperino nelle vesti dell’antieroe mascherato, brillante parodia Disney dei supereroi americani e dei criminali italiani in calzamaglia come, appunto, Diabolik e Kriminal, nata nel 1969 dalla penna di Guido Marina, con i disegni di Giovan Battista Carpi).

I film di Fantomas

Rimanendo nell’ambito della fantascienza classica, cito una manciata curiose pellicole, anche se altalenanti, come I pianeti contro di noi (1962 – Romano Ferrara) una sorta di Ultimatum alla Terra nostrano, non così terribile come potrebbe sembrare; 2+5 missione Hydra (1966 – Pietro Francisci), che, nel finale, anticipa Il pianeta delle scimmie; Il tunnel sotto il mondo (1969), tratto dall’omonimo racconto di Frederik Pohl, esordio alla regia di Luigi Cozzi, un film sperimentale e un po’confuso, ma che anticipa la fantascienza sociologica e anticonsumistica del decennio successivo; infine l’orrendo …4..3..2..1…morte (1967Primo Zeglio).

Ma in questo decennio furono girati anche dei film molto interessanti… E che film!

La decima vittima – Elio Petri (1965)

FILM italiani di Fantascienza - Parte 3
FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 – La decima Vittima

Il più famoso è sicuramente La decima vittima (1965) di Elio Petri, tratto dal racconto di Robert Sheckley.
La trama è nota. In un futuro imprecisato la violenza è stata abolita, esiste solo uno sport chiamato la grande caccia a cui ci si può iscrivere. Ogni iscritto deve impegnarsi a compiere 10 cacce, 5 da cacciatore 5 da vittima, alternate.
Un computer seleziona le coppie composte da una vittima e un cacciatore, a cui vengono fornite tutte le informazioni sulla sua preda: nome, indirizzo, abitudini… La vittima non sa chi sia il suo cacciatore: deve scoprirlo e ucciderlo per primo. Il vincitore di ogni singola caccia riceve un premio, e chi raggiunge vivo il traguardo delle 10 cacce riceverà premi in denaro, fama e privilegi… Nel racconto di Sheckley, il Ministero della Grande Caccia ha un nome più appropriato per comprendere meglio l’ambientazione futura: Ufficio Catarsi Emotiva.

Nonostante tante difficoltà, Elio Petri riesce a realizzare un ottimo film, dallo stile molto pop, che sembra non invecchiare mai. La libreria di Marcello è piena di fumetti che chiama i classici e la carta da parati degli interni del suo avvocato sono delle gigantografie dell’Uomo Mascherato. Negli anni ’60, probabilmente, era una denuncia all’impoverimento della cultura.

Peccato gli ultimi 5 minuti di film, poco voluti dal regista, che trasformano un film di fantascienza di denuncia contro i media in una commediola, in cui le donne sono ossessionate dal matrimonio. La legge sul divorzio in Italia sarà approvata solo nel 1970.

L’ultimo uomo della Terra – Ubaldo Ragona (1964)

FILM italiani di Fantascienza - Parte 3 - L'ultimo uomo della Terra
FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 – L’ultimo uomo della Terra

Altro capolavoro, giustamente rivalutato negli anni, è L’ultimo uomo della Terra (1964) di Ubaldo Ragona con Vincent Price. Il film è il primo adattamento cinematografico ufficiale del famoso libro di Richard Matheson Io sono leggenda, a cui seguiranno: nel 1971 l’altrettanto bello 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (The Omega Man) di Boris Sagal e, più recentemente (2007), l’omonimo film con Will Smith.

Anche questa storia è molto nota: un’epidemia sconosciuta ha sterminato l’umanità. Il dottor Robert Morgan è l’unico superstite. Gli altri sopravvissuti si sono trasformati in vampiri. Di giorno Morgan li va a stanare, conficcando loro paletti nel cuore. Di notte si rifugia nella sua casa/bunker.
Film molto cupo dalle tinte horror. I vampiri, in realtà, ricordano più gli zombie, che Romero dirigerà qualche anno dopo nella Notte dei morti viventi (1968).

Il tema dei sopravvissuti torna in altri due importanti film girati in quel decennio: Ecce Homo – I sopravvissuti (1969 – Bruno Gaburro) e Il seme dell’uomo (1969 ­- Marco Ferreri).

Ecce Homo – I sopravvissuti – Bruno Gaburro (1969)

FILM italiani di Fantascienza - Parte 3
FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 – Ecce Homo (1969)

Nel primo una famiglia di sopravvissuti a un olocausto nucleare vive in maniera primitiva, ma serena, in riva al mare. Lui, un uomo che le radiazioni hanno reso impotente. Lei, Irene Papas, la bella moglie, e il bambino di forse 10 anni.
Il silenzioso equilibrio famigliare viene distrutto dall’arrivo di altri due superstiti: un soldato americano e un intellettuale. Il primo, bello e spaccone, si invaghisce della donna. Il secondo vede in lei l’occasione per evitare l’estinzione della razza umana.

Il marito è sempre più geloso e triste, spodestato da ogni suo ruolo di marito e amante, ma anche di padre. La sua inutilità grava su di lui fino a scontrarsi fisicamente con il giovane soldato che lo uccide a sangue freddo. La morte del marito spinge in modo animale la donna ad abbandonarsi completamente alla passione per il maschio forte. Il soldato allontana l’altro uomo, visto solo come una minaccia, e isola il bambino sempre più sgomento e solo.

Ecce Homo – I sopravvissuti è un film che ha fatto storia e mette bene in evidenza la regressione umana ad animali fuori dai normali contesti sociali. Cupo, pessimista e doloroso, soprattutto per il ruolo di spettatore inerme che ricopre il bambino.

Il seme dell’uomo – Marco Ferreri (1969)

FILM italiani di Fantascienza - Parte 3
FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 – Il seme dell’uomo

Simile, ma molto più surreale, il film di Marco Ferreri. Il seme dell’uomo è una visione nichilista dei rapporti fra uomo e donna. Qui a essere conteso è il maschio diviso fra la relazione con sua moglie e un’altra donna. La prima non è intenzionata a mettere al mondo un figlio in un mondo devastato, e non le interessa il futuro della razza umana. La seconda condivide la visione un po’ esaltata dell’uomo, convinto di essere un nuovo Adamo.

Bellissimo come tutti i film di questo periodo di Ferreri.

Ma la fantascienza non era solo così cupa negli anni ’60. Ne sono un esempio tre pellicole molto diverse fra loro, ma tutte piuttosto divertenti: Omicron (1963) di Ugo Gregoretti, Il Disco Volante (1964) di Tinto Brass e Il fischio al naso (1967) di Ugo Tognazzi.

Omicron – Ugo Gregoretti (1963)

FILM italiani di Fantascienza - Parte 3
FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 – Omicron

In Omicron, l’operaio Tabucco, creduto morto, viene ritrovato in un cantiere incapace di farsi comprendere. In realtà è posseduto dalla mente di un popolo alieno che vuole invadere la Terra. Tabucco viene riassunto in fabbrica, dove ne combina di tutti i colori fino a essere ammazzato per aver incitato gli operai a scioperare.
La commedia fantastica è palesemente usata per rappresentare le tensioni sociali che si stavano pesantemente innescando in quegli anni in Italia.

Il Disco Volante – Tinto Brass (1964)

Il disco Volante
FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 – Il disco Volante

Il Disco Volante è, invece, l’esordio cinematografico di Tinto Brass. Un alieno atterra in un paesino del Veneto. C’è chi dice che sia un mostro, chi una bellissima donna. Viene così a crearsi un grande scompiglio nella popolazione.
Tinto Brass usa questa esile trama per mettere in scena una divertente carrellata di personaggi grotteschi e smascherare la cultura bigotta italiana.
Nel cast Alberto Sordi, che interpreta più personaggi, Monica Vitti, Silvana Mangano, Piero Morgia e Eleonora Rossi Drago.

Il fischio al naso – Ugo Tognazzi (1967)

Il fischio al naso
FILM italiani di Fantascienza – Parte 3 – Il fischio al naso

Nel 1967 Tognazzi dirige Il fischio al naso: una divertente commedia fantastica ispirata al racconto di Dino Buzzati Sette piani. Un’amara satira sulla sanità disumanizzata, in cui ogni paziente è un mero numero. Il fischio al naso è anche la fotografia di una borghesia gonfia di disprezzo e risentimento.

L’imprenditore Giuseppe Inzerna (Tognazzi), ricoverato in una clinica di lusso per un fastidioso sibilo alle vie respiratorie, resta intrappolato nella burocrazia sanitaria. La famiglia lo abbandona progressivamente, ben contenta di esserlo tolto da torno e suo padre ne approfitta per riprendere le redini dell’azienda.

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