GIAPPONE ISOLA SADICA – PITFALL – Hiroshi Teshigahara (1962)

“Pitfall (Otoshiana)” è un film del 1962 di Hiroshi Teshigahara primo della trilogia in collaborazione con lo scrittore Kōbō Abe

Pitfall cover
Pitfall cover

“Pitfall (Otoshiana)” è un film del 1962 di Hiroshi Teshigahara.

IL FILM

Un minatore scappa insieme a suo figlio dalla tremenda vita della miniera. Alla ricerca di nuove possibilità viene raggirato e ucciso a causa della sua somiglianza con il capo del sindacato di un’altra grande impresa mineraria. La sua anima sopravvive e gira sperduta nel paesaggio desertico intorno alla miniera cercando di capire perché è stato ucciso a sangue freddo. Qui incontrerà altre anime di persone uccise condannate a non avere mai risposte e vagare piene di rimorsi.

IMPRESSIONI

pitfall eye
pitfall

“Pitfall (Otoshiana)” è il primo film di una trilogia composta dai successivi “Woman in dunes” (1964) e “Face of another” (1966), firmati in collaborazione con lo scrittore Kōbō Abe. Tutti e questi tre film sono caratterizzati da una forte impronta surreale e da una marcata critica alla società giapponese.

Pitfall” si accanisce contro la società capitalistica che depreda il suolo e schiavizza i lavoratori.
Woman in dunes” è più una metafora onirica sull’inutilità della condizione umana
Face of another” sonda la crisi d’identità dell’uomo moderno incapace di riconoscere se stesso dalle maschere che indossa.

In “PitfallTeshigahara non esita ad accusare le grandi imprese minerarie colpevoli dello sfruttamento spietato di uomini e bambini mostrando, con brevi filmati documentaristici, alcune tragedie avvenute veramente in quel periodo proprio nell’area in cui è stato girato il film. La stessa trappola (titolo del film) tesa al povero minatore è solo un losco complotto delle compagnie per eliminare con un colpo solo i due sindacati rivali che salvaguardano le condizioni lavorative dei dipendenti della miniera.
L’autorità è assente, anzi… un poliziotto è autore di uno stupro.

L’azione si svolge quasi interamente nel piccolo paese abbandonato a metà strada fra le due miniere. In lontananza il profilo nero delle macchine estrattive; tutto intorno deserto, sterpaglie e un acquitrino che sarà teatro del triste epilogo. Cani randagi, malintenzionati e fantasmi vagano solitari in quella landa desolata. Molto bella la scena della donna morta che si accorge di essere stata uccisa solo quando non riesce fisicamente a prendere in mano la lettera tanto attesa di un amante che l’aveva abbandonata.

Il bambino, testimone muto e impotente della trappola, potrebbe chiarire gli eventi, ma, quando comprende di essere stato abbandonato, preferisce scappare da quel mondo adulto e violento governato da regole sbagliate.

SOUNDTRACK

Ottima la colonna sonora dissonante di Tôru Takemitsu che firmerà anche le successive tre pellicole di Hiroshi Teshigahara.

Full cast on IMDB

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