XXX – The BROKEN MOVIE: Nine Inch Nails + Peter Christopherson (Throbbing Gristle)

Broken Movie” è un mediometraggio musicale del 1993. Dura circa 20 minuti e nasce dall’incontro fra il turbolento Trent Reznor (Nine Inch Nails) e…

Broken Movie” è un mediometraggio musicale del 1993. Dura circa 20 minuti e nasce dall’incontro fra il turbolento Trent Reznor (Nine Inch Nails) e quell’antipatico genio, morto nel 2010, di Peter Christopherson (Throbbing Gristle). Concepito inizialmente come un film, i due artisti ridimensionano il progetto a una raccolta di videoclip inediti uniti fra loro da uno snuff movie.

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Il film dovrebbe promuovere “Broken”, secondo album dei Nine Inch Nails, e il suo remix “Fixed”, ma, per i temi trattati, non poté mai essere trasmesso.
Le canzoni sono furiose e cupe, dovute anche alla frustrazione di Reznor per la rottura con la casa discografica TVT Records (che produsse il precedente “Pretty Hate Machine”) e la conseguente battaglia legale.

Il film inizia con un’impiccagione a cui segue il found footage delle videocassette girate da un serial killer. Le immagini mostrano il sequestro di un ragazzo che subirà ogni genere di abuso e violenza. Il suo aguzzino, fra una tortura e l’altra, guarda in televisione i video dei Nine Inch Nails a cui si ispira per infliggere dolori e umiliazioni alla sua vittima. Scene di coprofagia, smembramento, evirazione, cannibalismo e necrofilia si alternano ai video della band.

Eric Goode e Serge Becker firmano i migliori e più inquietanti video di “Broken Movie”: “Pinion” e “Help Me I Am In Hell”. Entrambi sono girati in un formalissimo e ineccepibile bianco e nero e abbinano le più nauseanti fantasie feticiste a uno stile horror/surreale. Nel primo l’occhio della macchina da presa entra in un orinatoio. Lo sciacquone ci risucchia nelle tubature murate per terminare nella bocca di uno schiavo sessuale su un crescendo ipnotico e ansiolitico di chitarre distorte.

Nel secondo un uomo rinchiuso in una stanza imbottita mangia un piatto di carne putrefatta ricoperto di mosche. L’inferno esiste ed è tremendamente reale.

Happiness In Slavery”, diretto da Jon Reiss, è ambientato in un tabernacolo della tortura. Un uomo entra in una stanza al cui centro è posizionata una poltrona da dentista modificata. Dopo un breve rito spirituale l’uomo si distende nudo su questa macchina kafkiana che lo inizia a un processo di dolore/piacere che culminerà con la sua triturazione e concimazione del terreno.

Wish”, diretto dallo stesso Peter Christopherson, è il video meno efferato, mentre “Gave Up” fa da colonna sonora alla parte finale dello snuff movie. Il serial killer appende la vittima al soffitto e inizia a farlo a fette con un rasoio per poi passare alla fiamma ossidrica. Ne violenta poi il cadavere per poi smembrarlo e divorarlo. Mentre l’assassino sta mangiando il cuore del ragazzo la polizia fa irruzione nella cantina degli orrori e, dopo aver rinvenuto vari resti umani coperti di vermi in avanzato stato di decomposizione, lo arresta.
Il film termina dove era iniziato: con l’impiccagione a rallentatore del protagonista di tutte queste nefandezze.

Broken Movie” è un’opera di raro sadismo: pornografica e truculenta è un elenco di perversioni estreme. Peter Christopherson, grazie alle sue esperienze di satanismo e alle sue perversioni, sa dare un’immagine reale e credibile di come potrebbe essere l’inferno. Ci auguriamo che ora non si trovi lì.

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