IL CALICE E LA SPADA Quando Dio era una donna – PARTE 3

IL CALICE E LA SPADA Quando Dio era una donna – PARTE 3
Non soltanto ciò che l’arte ritrae, ma anche (e soprattutto) ciò che non ritrae.

LE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE 

Non avendo lasciato nulla di scritto, come è possibile comprendere i culti religiosi e lo stile di vita delle popolazioni preistoriche se non attraverso l’arte?
Non soltanto ciò che l’arte ritrae, ma anche (e soprattutto) ciò che non ritrae.
L’analisi di Riane Eisler è davvero folgorante.

Nel Neolitico non abbiamo trovato immagini che idealizzano la guerra: non c’è traccia di epiche battaglie, di nobili guerrieri, di eroici conquistatori, di soldati, di prigionieri in catene, di schiavi. Non sono stati rinvenuto depositi di armi e neanche le sontuose sepolture dei capi tribù.
Nei templi e nelle case, sui vasi e nelle sculture non sono presenti i simboli del potere di un sovrano o di un despota temibile (lance, spade, folgori).
Il concetto stesso di padrone e sottoposto è assente.
Non sono adorate divinità colleriche e gelose, che esigono obbedienza e che minacciano punizioni o distruzioni.

Le decorazioni rinvenute sono una ricca varietà di simboli della natura (fiori, alberi, animali), tutti associati al culto della Dea, che “testimoniano il rispetto e lo stupore per la bellezza e il mistero della vita”.
Generazione e sostentamento sono simboleggiati dal Calice femminile (la sorgente della vita). Immancabili i simboli della metamorfosi e della rinascita, la farfalla e il serpente, la natura che si rigenera ciclicamente.

Un altro elemento significativo è l’ubicazione delle città, ubicazione scelta presumibilmente per la fertilità del terreno e per… la bellezza del paesaggio! Inoltre, gli scavi archeologici non hanno portato alla luce i resti di città protette da fossati, da bastioni, da cinte murarie, o abbarbicate in luoghi impervi, difficili da raggiungere e da espugnare.

Evidente, dunque, che ci troviamo di fronte a una civiltà fiorente, che non teme le aggressioni e le invasioni dall’esterno, perché il concetto di guerra le è completamente estraneo.

Quando Dio era una donna – PARTE 3
Quando Dio era una donna – PARTE 3 Göbekli Tepe (Turchia) – i resti del tempio neolitico – 10000 a.C.

 Di fronte a questi importanti ritrovamenti archeologici (avvenuti dopo la seconda guerra mondiale), gli studiosi hanno dovuto rivedere la convinzione (frutto dei pregiudizi della cultura dominante) che le originarie forme di organizzazione sociale fossero sempre state dominate dal maschio e che l’evoluzione dovesse inevitabilmente passare attraverso il conflitto e la violenza.

LA GRANDE CATASTROFE 

Le grandi civiltà agricole si erano sviluppate sulle sponde fertili dei fiumi e dei laghi, in aree geografiche dal clima temperato.
Tuttavia, esistevano piccoli gruppi di nomadi, sempre in cerca di pascoli per le loro greggi, che vivevano nelle zone meno ospitali del pianeta: i territori di confine, freddi, aspri e poveri, come il nord dell’Europa e il nord dell’Asia, o i deserti del sud.
Erano popoli bellicosi, governati da sacerdoti-guerrieri, che adoravano le divinità maschili della guerra.

Quando Dio era una donna – PARTE 3
Achille uccide Pentesilea (regina delle Amazzoni) – 540-530 a.C.

Non sappiamo “come queste bande di nomadi crebbero di numero e di ferocia, e nel corso di quanti anni”, ma fra il 5000 e il 4000 a.C. iniziamo a trovare traccia delle diverse ondate migratorie dei pastori delle steppe, che invadono le terre coltivate dai popoli del Vicino Oriente e, unite a catastrofi naturali, portano distruzioni su larga scala.

Periodo di caos, di regressione culturale e di disgregamento delle antiche culture neolitiche. Violenta degradazione delle donne al ruolo di consorti o concubine del maschio. Cancellazione dei simboli religiosi femminili o capovolgimento del loro significato.

Il modello sociale era cambiato.

Quando Dio era una donna – PARTE 3 – Jean Auguste Dominique Ingres – Giove e Teti – 1811

Adesso l’educazione spirituale del popolo era nelle mani dei sacerdoti, spalleggiati da eserciti e tribunali, tutti al servizio delle potenti caste maschili al vertice dello stato.
I sacerdoti diffusero “la convinzione che quanto sostenevano era il Verbo divino, la Parola di Dio che era stata trasmessa loro magicamente”.
Tramite le storie sacre, i rituali e gli editti sacerdotali, “inculcarono sistematicamente nella mente della gente la paura di divinità terribili”, e insegnarono così al popolo l’obbedienza nei confronti degli Dei e dei loro “rappresentanti terrestri, che ormai esercitavano arbitrariamente il potere di vita e di morte nei modi più crudeli, ingiusti e capricciosi”.

“Una società dominata dal maschio, violenta e gerarchica, cominciò gradualmente a essere considerata non solo normale, ma anche giusta.”

Approfondimenti sul libro IL CALICE e LA SPADA di Riane Eisler.
Approfondimenti sul libro QUANDO DIO ERA UNA DONNA di Merlin Stone.

 IL CALICE E LA SPADA Quando Dio era una donna – PARTE 1
 IL CALICE E LA SPADA Quando Dio era una donna – PARTE 2

 IL CALICE E LA SPADA Quando Dio era una donna – PARTE 4

Quando Dio era una donna – PARTE 3
Quando Dio era una donna – PARTE 3 – Michelangelo – Cappella Sistina (particolare della volta) – 1508-1512

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