GOMORÌA e I TOPI DEL CIMITERO – gli sconosciuti racconti satanici di inizio novecento di Carlo H. de’Medici
Cliquot edizioni ristampa per la prima volta dopo quasi un secolo Carlo H. de’Medici: un autore misterioso e maledetto. Di lui non si hanno molte notizie.
La famiglia di Carlo si spostò da Alessandria d’Egitto a Parigi, dove nacque lo scrittore nel 1877, per trasferirsi poi a Gradisca, un piccolo paese friulano in provincia di Gorizia.
Il padre fu un ricco banchiere ebreo-parigino, la madre era originaria di Eichstätt, paesino bavarese chiamato la fortezza del cattolicesimo durante la guerra dei trent’anni, in cui furono arse vive 122 “streghe” fra il 1603 e il 1627.
Ci intriga pensare che la scelta di trasferirsi a Gradisca fosse dettata dal fatto che il paese era conosciuto come “snodo di correnti energetiche”, così come ci piace credere alle leggende che vogliono la villa de’Medici una casa maledetta. In effetti Carlo fu uno studioso di occultismo, oltre a essere stato illustratore e scrittore. Ad aumentare il fascino misterioso che lo avvolge è il fatto che non si conosca la data del suo decesso.
Che ci piaccia crederlo oppure no, presumiamo che sia comunque morto.
GOMORÌA
Gomorìa è un suo romanzo, scritto nel 1921 e sorprendentemente bello. La prosa “dannunziana” (come è stata definita dai curatori del libro) è particolarmente piacevole e sa essere vintage, ma non stucchevole.
Diviso in tre parti (“L’uomo”, “La Malanotte” e “Il presagio”), racconta la vita di Gaetano Trevi (alterego di Carlo H. de’Medici), ricco dandy napoletano tormentato dalla noia e dalla una salute precaria.
Il primo capitolo ci mostra tutta la sua dissoluta debolezza e, allo stesso tempo, tutta la sua malignità.
Nella villa napoletana dove vive da recluso è circondato da opere d’arte e affidato alle cure dei suoi premurosi domestici, in particolar modo di Simona, sempre attenta a cucinare per lui pietanze che non abbiano sapore. Pietanze da servire in stanze tematiche, addobbate di volta in volta in stile barocco o arabo o in modo da ricordare una prigione, giusto per stimolare in lui laide fantasie.
Nonostante l’aspetto, Gaetano è oggetto di attenzioni di numerose donne, che ricopre di regali con disprezzo e noncuranza. Proprio la sua noncuranza nel gestire il denaro lo porterà alla rovina economica.Si rifugerà alla Malanotte: un rudere in Toscana appartenuto a un lontano antenato. Le tante storie arcane che ruotano attorno alla Malanotte, la biblioteca esoterica del lontano parente e una donna riemersa dal passato lo porteranno a scelte demoniache.
Dire di più sarebbe rovinare le tante sorprese che riserva il romanzo.
La Maremma toscana descritta in Gomorìa non ha nulla di idilliaco: è una palude malsana. Carlo H. de’Medici, tramite la bocca di Gaetano Trevi, biasima in ugual maniera gli ingenui braccianti maremmani e i ricchi aristocratici, mettendo a nudo le peggiori debolezze umane con inusuale cinismo.
Gomorìa è un romanzo ero-gotico abbellito dalle illustrazioni dello stesso autore assolutamente da riscoprire.
Imprescindibile leggere, oltre a Gomorìa, I topi del cimitero – racconti crudeli per apprezzare meglio Carlo H. de’Medici: una delle migliori scoperte del genere horror – weird italiano.
Ulteriori informazioni su Cliquot Edizioni
I TOPI DEL CIMITERO
I topi del cimitero – racconti crudeli è una bizzarra raccolta di brevissimi racconti gotici scritti da Carlo H. de’Medici nel 1924. Sebbene si alternino belle storie ad altre più datate, lo stile “crudele” dello scrittore è ancora molto attuale.
Amori perversi (il quasi necrofilo Perché), ossessioni assassine (Per la mia pace), poemetti satanici (l’ermetico Guland), sgradite apparizioni diaboliche (La pendola): questi i temi ricorrenti.
Il racconto più assurdo e inquietante è proprio I topi del cimitero, dove il guardiano del cimitero, a causa delle sue ossessioni, travisa completamente la realtà in preda a un delirio religioso.
Molto belle anche le illustrazioni dell’autore che impreziosiscono la raccolta.
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