PRIMO CONTATTO – La nuova antologia di fantascienza italiana di URANIA

Il lato più interessante di questa bella antologia curata da Franco Forte è vedere la molteplicità degli approcci al tema del “primo contatto”.
E’ curioso che i due racconti che ho apprezzato di più siano stati scritti da una veterana del genere (Mariangela Cerrino, che pubblica fantasy e fantascienza dagli anni Ottanta) e dalla più giovane delle autrici presenti nell’antologia (Axa Lydia Vallotto, classe 1996).
Entrambe affrontano il tema della comunicazione con razze aliene in un modo classico, ma non scontato.

Primo Contatto - Antologia di fantascienza italiana - URANIA
Primo Contatto – Antologia di fantascienza italiana – URANIA

Mariangela Cerrino, in “Queste infinite colline”, immagina il nostro arrivo su un pianeta dall’atmosfera perfettamente compatibile con le esigenze umane  e interamente ricoperto da foreste. Ho pensato che il titolo del romanzo di Ursula K. LeGuin “The Word for World Is Forest” potrebbe descrivere bene l’ambientazione.
L’obiettivo è rendere il pianeta abitabile e colonizzarlo. La pericolosa cecità dei colonizzatori è quella di ignorare le forme intelligenti autoctone. Quando si accorgeranno che i loro progetti sono entrati in conflitto con la specie dominante, sarà troppo tardi.

Un diverso tipo di silenzio” di Axa Lydia Vallotto è una brillante variazione su un tema che ritenevo ormai abusato.
Parla dei messaggi che lanciamo nello spazio, nella speranza che qualche forma di vita intelligente li riceva e si metta in contatto con noi. Quando la giovane ricercatrice, che ha inviato quasi per caso un messaggio, riceve inaspettatamente una risposta, il suo fragile assetto psicologico viene sconvolto. Paradossalmente, lei, che parla di nascosto con gli alieni, non riesce a confidarsi né con i colleghi, né con i suoi superiori. E, quando viene scoperta, dovrà subirne le conseguenze.

Entrambi i racconti non puntano su eclatanti colpi di scena, ma sul coerente sviluppo della trama.

Invece, i colpi di scena presenti in “Sabotaggio” di Elena Di Fazio sono diversi, anche se per certi versi prevedibili. Però l’idea di base, l’ambientazione e i dettagli rendono il racconto godibile.
Il riscaldamento globale mette a rischio la vita della maggior parte della popolazione. Una possibile soluzione è creare colonie private autosufficienti in Antartide, dove i ghiacci si stanno sciogliendo. Chi può permetterselo, si salverà trasferendosi lì.
Le imprese edili sono al lavoro, ma quello che viene alla luce sconvolge una geologa.
L’incapacità di riconoscere forme di vita intelligenti diverse da noi (come nel racconto di Mariangela Cerrino) e la difficoltà di comunicare con i nostri simili (come nel racconto di Axa Lydia Vallotto) s’intrecciano nel racconto di Elena Di Fazio, intriso anche di atmosfere magiche davvero intriganti: rituali sciamanici, funghi allucinogeni, visioni ed episodi di sonnambulismo… il tutto ben dosato.

PRIMO CONTATTOUn discorso a parte merita “Sole?” di Enrica Zunic’.
Trovo lo stile Enrica Zunic’ elegante e coinvolgente, e questo racconto, che non fa parte del suo ciclo più famoso (il ciclo di Ain che ho recensito qui), non fa eccezione.
Tuttavia, per la prima volta, ho dovuto chiedere all’autrice un aiuto per la comprensione del testo.
L’inizio del racconto è splendido e agghiacciante. La ricerca da parte di un padre del corpo della figlia, che giace fra i cadaveri delle studentesse universitarie uccise da un regime totalitario, che vede nella cultura delle donne un pericolo (o, peggio ancora, un’attività inutile, in quanto non ha senso insegnare architettura a donne “che non sanno costruire nulla di più che una capanna”).
Non solo le studentesse, ma anche le insegnanti e le ricercatrici scientifiche sono in pericolo. E, naturalmente, anche i dissidenti.
L’insegnate, padre della giovane studentessa uccisa, fugge e viene accolto in un villaggio lontano, caratterizzato dalla presenza di misteriose casette sferiche, all’apparenza decadenti e disabitate.
Anche una ricercatrice, che lavora presso l’Agenzia spaziale e si salva miracolosamente da una retata dei militari, trova rifugio lì.
Le casette sferiche nascondono un segreto. Perché qualcuno dipinge la ruggine all’esterno delle casette per dare l’impressione che siano vintage e fatiscenti?
L’atmosfera misteriosa che avvolge il villaggio è davvero suggestiva, come suggestivo è il finale. Tuttavia, ancora adesso non capisco come il lato distopico si leghi al segreto del villaggio.
Consiglio comunque la lettura di questo breve racconto.

In appendice, accurato e prezioso il saggio “Le donne della fantascienza italiana” di Giulia Abbate.

Le nostre impressioni sulle precedenti antolgie di fantascienza italiana di URANIA: STRANIMONDI e DISTOPIA

Primo Contatto - Antologia di fantascienza italiana - URANIA
Le precedenti antologie di fantascienza italiana – URANIA

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