LIFE FADING & THE SPACE BETWEEN – il fumetto più cinico di Miguel Angel Martin
Life fading & The space between è del 1993, ma la visione del futuro di Miguel Angel Martin è sempre crudelmente attuale.
Pubblicate per la prima volta in Italia alla fine degli anni ’90 dalla mitica Topolin edizioni, in appendice agli albi di Brian the Brain. Le due storie non sono collegate, anche se quasi tutte le serie di Martin fanno parte di un unico universo metanarrativo, ricco di rimandi e citazioni dei suoi personaggi.
LIFE FADING
Life fading racconta la quotidianità di Boris: un infermiere che svolge un nuovo e avanguardistico tipo di servizio ospedaliero. Boris, tramite un’iniezione, dà l’Eutanasia di Stato ai pazienti che la richiedono.
Inizialmente i suoi clienti sono malati terminali ricoverati in ospedale, ma il ritorno della pena di morte in Europa gli procura un nuovo lavoro extra: esecuzioni letali in diretta televisiva.
Boris porta il cranio completamente rasato e occhiali scuri: un’immagine poco professionale, ma adatta a un lavoro così “eccentrico”, tanto che alcune pazienti si innamorano di lui. In realtà è uno sfigato. La moglie lo tradisce, non gli piace il suo lavoro da esecutore, ha idee strane per la testa su come migliorare il servizio sanitario e arrotonda lo stipendio facendo il donatore di sperma.
Life fading è forse il fumetto più cinico di Miguel Angel Martin.
THE SPACE BETWEEN
The space between è un concentrato di tutti i temi cari al fumettista: ultraviolenza, malattie, parassiti, feticismo e mutazioni genetiche.
Frida, una gelida conduttrice televisiva, vive insieme ai suoi due figli in una stazione spaziale. Conduce un programma dove affronta con cinica noncuranza temi scabrosi, disgustosi e immorali.
Il programma è molto popolare ed è seguito perfino dai bambini. Fra questi, i due figli di Frida.
IMPRESSIONI
Il futuro descritto in questi due brevi fumetti è asettico e brutale nella sua indifferenza. Il piacere va cercato solo nelle esperienze estreme, e anche queste dopo poco annoiano. Una visione che non sarebbe dispiaciuta a J. G. Ballard.
Queste due brevi storie non sono certo fra le migliori della produzione dell’artista spagnolo, ma leggerle è ancora oggi un’esperienza sconvolgente, che fa riflettere sulla nostra realtà e sui possibili futuri che può generare.