XXX – I porno pop-horror-espressionisti di STEPHEN SAYADIAN.

Stephen Sayadian regista di film bizzarri a metà fra il porno e l’espessionismo tedesco. Dagli esordi come direttore artistico della rivista per adulti

Dr Caligari (1989) - STEPHEN SAYADIAN
Dr Caligari (1989) – STEPHEN SAYADIAN

“Good evening mutants and mutettes, and welcome to Café Flesh

Stephen Sayadian deve essere un personaggio veramente strambo.
Dopo aver cercato lavoro per le riviste underground americane dei primi anni ’70 (Mad e National Lampoon) approda a vent’anni alla rivista Hustler. L’allora sconosciuto direttore della rivista per adulti Larry Flynt fu subito impressionato dallo stile scandaloso e umoristico del ragazzo. Sayadian inizialmente curò la pubblicità dei sexy toys venduti all’interno della rivista. L’approccio fu disorientante, tanto che spesso non si capiva se l’oggetto in vendita esistesse veramente o si trattasse di una scherzosa vignetta. In breve tempo Hustler decollò e Sayadian ne divenne il direttore creativo. Insieme al fotografo Francis Delia creò numerose copertine imprimendo alla testata per adulti quel tono trasgressivo e sarcastico caro a Larry Flynt.

Hustler Magazine
Hustler Magazine

Nel 1981 dopo aver collaborato per la realizzazione di vari poster cinematografici (fra cui alcuni di John Carpenter e Brian de Palma) scrive il suo primo film “Nightdreams“, a cui seguirà “Café Flash“. Due film difficili da classificare. Teoricamente si tratta di film pornografici vista la produzione e le scene di sesso esplicito, ma in entrambi le scene hard non hanno nulla di eccitante. Quello che colpisce, invece, sono le scenografie trash e allucinante delle due pellicole.

Hustler Magazine Cover
Hustler Magazine Cover

Nightdreams

In “Nightdreams” (diretto da Francis Delia) una coppia di scienziati un po’ repressi studia i sogni di una ninfomane. Il film si struttura per episodi hard in cui la protagonista (Dorothy LeMay) si lascia andare a sfrenate fantasie oniriche rappresentate in modo alquanto anomalo.

Si passa da una noiosa scena lesbo fra tre cowgirl sulle note di “Ring of Fire” di Johnny Cash rifatta dai Wall of Voodoo, a due scene più classiche ambientate rispettivamente all’inferno e in paradiso, alla scena trash della colazione: Dorothy LeMay versione casalinga si sta preparando la colazione, rivolgendo al pubblico frasi maliziose a doppio senso; improvvisamente appare un uomo in una gigantesca scatola di cereali.

La protagonista pratica allegramente un po’ di sesso orale alla scatola di cereali, mentre sullo sfondo un altro uomo vestito da fetta biscottata balla e suona il sassofono. L’orrore, invece, si fa strada nel primo episodio in cui un clown dal naso fallico scatta fuori da una scatola caricata a molla, mentre un pubblico di marionette ghignanti lo spia mentre fa sesso.

Atmosfere simili a “Eraserhead” caratterizzano il quarto sogno della protagonista. Lei, nuda in una stanza vuota, spoglia un uomo vestito di nero che sembra un manichino o un cadavere. Quando gli slaccia i pantaloni al posto del pene estrae un feto piagnucolante. La morbosità per l’orrendo cara a David Lynch è presente anche in una breve scena fine a se stessa in cui Dorothy LeMay è a letto con una gigantesca testa di pesce boccheggiante.

Le scenografie di “Nightdreams” sono scarne e teatrali, il sonoro alienante e le scene di sesso meccaniche. Non c’è da stupirsi se all’uscita del film nei circuiti dei cinema porno gli spettatori si alzassero furiosi e pretendessero il rimborso del biglietto.

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Stephen Sayadian
Stephen Sayadian: “Nightdreams” (1981) – “Café Flash” (1982) – “Dr Caligari” (1989) – “Party Doll Go Go” (1991)

 

Café Flash

Café Flash” è ancora più anomalo per un film hard visto che ha una trama intelligente.In un prossimo futuro l’inverno nucleare ha reso impotente la stragrande maggioranza della popolazione. L’umanità è divisa in due categorie: i “sex negatives” che non possono far sesso perché il solo contatto fisico con l’altra persona li fa soffrire terribilmente, e i “sex positives” che, non avendo problemi sessuali, sono costretti a esibirsi in fronte a un pubblico di negatives in speciali club chiamati Café Flash.
Una coppia di negatives, Lana e Nick, frequentano assiduamente uno di questi locali e, come gli altri avventori, assistono alle performance erotiche dei positves con disgusto, attrazione e noia.

Prima di ogni esibizione Max, il presentatore degli spettacoli, deride il suo pubblico rivolgendosi alla macchina da presa, “rompendo la quarta parete” perché i veri voyeur siamo noi che assistiamo al film.

Lana, in realtà, è una positive che per amore resta insieme al suo inconsapevole marito, ma, riesce sempre meno a mantenere questo segreto, tanto che una notte decide di salire sul palcoscenico per aggiungersi alla performance in atto.
Nel finale desiderato da Sayadian, ma mai realizzato, Nick, disperato, si evira e porge il suo fallo reciso sullo stage su cui si sta esibendo sua moglie.

Le scene hard ovviamente sono gli spettacoli del Café Flash, ma le esibizioni sono glaciali, senza passione, decisamente non eccitanti, anzi fastidiose (il lattaio con una maschera da ratto e una coda lunghissima e pelosa che ha un rapporto con una bella donna, mentre, sullo sfondo, tre personaggi vestiti da neonati battono il tempo seduti sui loro seggioloni) o volutamente ridicole (la porno segretaria che si fa sbattere sulla scrivania da un uomo mascherato da matita gigante).

Le scene di sesso sono dei siparietti surreali che vogliono annoiare sia gli spettatori del Café Flash che gli spettatori del film.

Le musiche ossessive di Mitchell Froom (produttore musicale e sperimentatore elettronico)contribuiscono a esasperare il clima claustrofobico e umiliante del locale.
Nonostante nei primi anni ’80 fosse normale inserire scene esplicite nei film d’avanguardia e underground, il film non ebbe molto successo alla sua uscita perché considerato “troppo porno per la comunità arty e troppo arty per la comunità porno“.

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Dr. Caligari

Stephen Sayadian
“Dr. Caligari” (1989) Stephen Sayadian

Dr. Caligari“(1989) è il progetto più ambizioso di Sayadian: riattualizzare un classico del cinema “Il Gabinetto del dr. Caligari” di Robert Wiene.

Il signor Van Houten è preoccupato per la ninfomania della moglie (la futura stuntwoman Laura Albert)che sta degenerando in allucinazioni ossessive. Si rivolge allo psichiatra più rinomato: la nipote del famoso dottor Caligari (una granitica e gelida Madeleine Reynal nella sua unica apparizione cinematografica).

La signora Van Houten viene portata al manicomio del dottor Caligari in cui vengono sperimentati metodi di cura illeciti. Medici elettorshock dipendenti, serial killer cannibali, scambi menatali,…benvenuti al Caligari Insane Asylum.

Stephen Sayadian
“Dr. Caligari” (1989) Stephen Sayadian

Nel gigantesco studio di registrazione di Ray Manzarek, in cui venne interamente girato il film, Sayadian allestì le stupefacenti scenografie espressioniste dai cromatismi kitsch.

Finestre appese a mezz’aria, porte storte simili a ghigliottine, minacciose vegetazioni di cartapesta, sono il fondale su cui si muovono gli assurdi e ridicoli personaggi del “Dr. Caligari“.
Come nei precedenti film le perverse scene oniriche a sfondo psicoanalitico sono il vero motivo di interesse della pellicola. Per citarne alcune: la masturbazione con un canale morto della televisore ispirata a “Videodrome“, l’assassino mascherato da bambola con una evidente malattie venerea, la parete pulsante ricoperta di pus che vomitana caramelle, la signora Van Houten che fruga nei pantaloni di uno spaventapasseri fino a carbonizzarsi un braccio,…
Il commento musicale di Mitchell Froom sottolinea l’atmosfera ironica e onirica del film.

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Stephen Sayadian
“Dr. Caligari” (1989) Stephen Sayadian

 

Party-doll a go go

L’ultimo film di Sayadian è il meno interessante. “Party-doll a go go” (1991) è una commedia porno logorroica, parodia dei film di Russ Meyer.
Prevale l’estetica kitsch dai colori pastello rosa e giallo. Le ragazze parlano in continuazione rivolte alla macchina da presa interrompendo scene hard, facendo battute e lanciandosi in dialoghi non-sense. Una visione più leggera, ma pur sempre bizzarra

 

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