SEXADELIC SHOOTING STAR – Malus
malus – sexadelic shooting star 04/04/2020
Secondo disco per i vicentini Malus che abbandonano le sonorità rock prog per abbracciare in toto la musica psichedelica. I malus fondono elettronica e strumenti a fiato (come clarinetto e clarinetto basso) per amplificare la sensazione di muoversi in un ambiente etereo, riuscendoci. La sensazione di fluttuare in un nowere interiore è pressoché totale, la band di Bassano Del Grappa ci riesce senza mai scadere in inutili arpeggi e divagazioni fini a loro stesse. Questi ragazzi, poco più che ventenni, hanno riscoperto le regole della psichedelia cara alla seconda metà degli anni ’60. Hanno spogliato il vecchio concetto rivestendolo con abiti attuali, impreziosendolo con quel connubio elettronico-sinfonico che lascia a bocca aperta.
L’esempio perfetto è “ICE RACE”, brano strumentale e miscela idilliaca, commistione tra classico e moderno, un “giro sulle montagne russe”.
“Per la produzione di questo disco abbiamo deciso di utilizzare gli strumenti originali e non le emulazioni (ci riferiamo a Fender Rhodes, Juno 6 ecc…) sfruttando però tutte le possibilità del digitale, quindi con un approccio elettronico.” Parlando con la Band mi è subito chiaro che “Sexadelic Shooting Star” è un disco di sensazioni, emozioni personali che invitano a guardarsi dentro. Un disco da “sentire” che antepone il lato sensoriale a quello comunicativo. Le sensazioni prevalgono su tutto, coadiuvate da dei testi criptici.
“Ma questo non significa che non ci siano messaggi, anzi! Dietro un apparente non-sense (per esempio in “Clouds Carpet” o “That”) e a testi molto ermetici, si celano le nostre malinconie, le ansie, situazioni a volte reali a volte mentali da cui sembra impossibile venir fuori. Ma al pari di queste, essi nascondono anche i nostri sogni, le soluzioni, energia.“
Trovo audace la scelta dei Malus. Audace e riuscita, il risultato è un disco fluido, capace di accompagnare senza mai indicare la via da percorrere, guardando altrove.
I ragazzi non hanno paura di sperimentare, fieri di non arroccarsi a nessun genere definito, liberi.
Uno strumento di passaggio
In questo disco i brani mutano struttura ripetutamente, lasciandoti incredulo (lying to myself) , dove un cantato quasi sussurrato lascia spazio a quello che la nostra mente propone. Vengo risvegliato dalla batteria che annuncia la fine del brano, peccato.
Per i Malus la neo-psichedelia è una fuga, uno strumento di passaggio tutt’altro che definitivo, o come dicono loro:
“Ma questo non significa si sia trattata di una scelta presa a tavolino. Anzi, è stato un cambio molto spontaneo, ci siamo ritrovati a comporre i nuovi brani così”.
Non poteva essere più chiaro di così, Sexadelic Shooting Star è solo una tappa nel percorso dei Malus, una tappa sulla quale ho sostato volentieri.