XXX – L’arte di SATURNO BUTTÒ: sacro e BDSM
Un’intervista al pittore Saturno Buttò la cui arte mescola il sacro con il profano, la bellezza rinascimentale con le ansie della “medical-art”
Spaziarte Ungallery è un’oasi di pace in mezzo a Corso Buenos Aires di Milano. Fra gli interessanti appuntamenti proposti, quello di aprile è dedicato a Saturno Buttò con l’esposizione intitolata “Il divino e le vive carni”.
I quadri di Buttò mischiano il sacro con il profano, la bellezza rinascimentale con le ansie della “medical-art”. I personaggi dipinti sembrano moderni santi colti in sensuali rituali.
B-Sides:
Leggendo la tua biografia mi stupisce tu abbia iniziato tardi a proporti e rendere pubblica la tua arte, nonostante, da sempre, ti sia dedicato con costanza alla pittura. Come mai?
Saturno Buttò:
Sono una persona timida e introversa, mi ci vuole tempo per fare le cose e devo sentirmi sicuro di ottenere quello che desidero. Probabilmente non mi sentivo pronto.
B-Sides:
Hai esposto a Berlino, Los Angeles e New York, ma sembra tu vada orgoglioso di non esserti mai spostato da Bibione, alla faccia di chi afferma che per essere artisti bisogna vivere nelle grandi metropoli mondiali.
Saturno Buttò:
Ho sempre pensato che la priorità sia lavorare bene e con continuità. Che tu sia a LA oppure a Bibione non cambia. Comunque poi il lavoro si sposterebbe, ovvio che qui ho tutto quello che mi occorre, diversamente da qualsiasi altra località. Oppure bisognerebbe essere ricchi per farsi uno studio come si deve altrove. Ma, a conti fatti, io non sono uno mondano e non sento la necessità di particolari stimoli o confronti…
B-Sides:
La diffusione della rete ha contribuito a farti conoscere?
Trovi che Internet possa veramente rappresentare un valido percorso alternativo per promuoversi?
Saturno Buttò:
Certamente! Grande cosa la rete. A maggior ragione tu puoi rimanere ‘decentrato’. Con internet hai il mondo sottomano.
B-Sides:
In questi anni ho riscontrato una particolare stanchezza nell’arte. Poche idee, spesso piuttosto banali, povertà di mezzi e tecniche. Come ti poni e cosa pensi dell’attuale panorama artistico?
Saturno Buttò:
La necessità di colmare le tante richieste (vista la costante crescita demografica) costringe il sistema a sdoganare ogni tipo di cose. Vedi per esempio il ‘900 cosa si è inventato. Niente in contrario sia chiaro. Ma il valore nell’arte moderna e contemporanea è un fenomeno relativo, tutto si può giustificare, perché ha a che fare con il mercato. Personalmente non ci penso, ho una mia etica e rispetto ogni espressione artistica. Semplicemente so riconoscere un prodotto qualitativamente buono e mi baso sul mio istinto anche nel fare le mie cose.
B-Sides:
L’arte spesso ha il difetto di non saper comunicare. La tua, al contrario, sembra attirare soprattutto un pubblico giovane (il più difficile da coinvolgere e il più curioso allo stesso tempo), forse perché più abituati a estetiche fetish/dark e a modificazioni corporee. La maggior parte di loro ha piercing, tatuaggi, dilatatori. Cosa ne pensi? Sei tu che li ritrai o loro che si rispecchiano?
Saturno Buttò:
Non saprei, è reciproco. Però è vero che la mia pittura interessa più i giovani… comunque è naturale, da un lato rappresento qualcosa che ‘sentono’ e dall’altro c’è l’espressione tecnica che, inevitabilmente, affascina ancora di più oggi dove l’unicità di un certo modo di fare immagini stride con il sovraffollamento iconografico iperriproducibile (se così si può dire) che ci circonda.
B-Sides:
Sembra tu sia molto più orientato ai “classici” più che all’arte concettuale contemporanea.
I tuoi quadri sono quasi caravaggeschi e l’uso della luce ricorda i dipinti di George de la Tour. Chi sono i tuoi riferimenti artistici.
Saturno Buttò:
Il mio riferimento tecnico è l’immagine rinascimentale (monumentale e autorevole) non c’è niente che possa venir paragonato, delle cose di oggi, che evochi la stessa forza e calore… Poi però non sopporto che ci si limiti a realizzare un bel quadro senza nessuno spessore concettuale, incapace di rappresentare il proprio tempo storico, cosa che facendo pittura spesso succede.
I miei riferimenti artistici vanno dai pittori del ‘400 alle avanguardie del ‘900. Cito Gina Pane per esempio. In ogni epoca riscontro grandi autori capaci di segnare il loro tempo. Per uno che lavora sulla figura la body art è una delle discipline artistiche più interessanti.
Tra antiche rappresentazioni di santi e martiri e fotografie di performances contemporanee non vedo molta differenza. Entrambe sono “esibizioni di misteri primari”.
B-Sides:
Cosa intendi per misteri primari?
Saturno Buttò:
Tutte quelle risposte che non otteniamo nell’ambito della nostra fisicità e spiritualità.
Continuiamo a interagire con il nostro corpo (anche in modo violento) per una volontà di conoscenza, ma con pochi successi… e mi pare che il fenomeno si rinnovi sistematicamente con sempre nuovi e aggiornati rituali. Magari è solo una necessità di sentirsi vivi.
B-Sides:
I temi sono, infatti, molto forti nei tuoi lavori, rappresenti sofferenza ed estasi come se fossero sessioni sadomaso. Come mai dolore e piacere, sottomissione e dominazione sono il soggetto ricorrente nei tuoi quadri.
Saturno Buttò:
Perché, in definitiva, l’umanità gira intorno a queste cose.
In arte puoi scegliere tra l’impegno sociale, la decorazione, oppure una visione intima, profonda dell’uomo e in quest’ultimo caso quello che conta (come diceva Woody Allen) è ‘sesso e decesso’, io credo di appartenere a quest’ultima categoria.
B-Sides:
Anche temi religiosi sono ricorrenti nei tuoi lavori, ma il sacro è sempre usato per mettere in scena qualcosa che appare peccaminoso, o almeno ambiguo.
Saturno Buttò:
Ovvio! Io ritengo, come sostiene Camille Paglia, che la Natura è l’unico grande problema morale. La religione (quella cristiana più di altre) è contro natura, spesso le cose contro natura sono eccitanti e anche creativamente stimolanti. Dunque la religione è di per sè un peccato! Io mi adeguo..