PRINCE, The beautiful ones. L’autobiografia incompiuta

Prince the beautiful ones
Prince the beautiful ones

Ogni grande appassionato di musica possiede molti volumi dedicati alla vita dei musicisti o saggi dedicati ai vari generi. Le biografie davvero di valore però si contano sulle dite di una mano e le autobiografie non fanno eccezione. È difficile che questi libri siano interessanti anche per coloro che non seguono quei musicisti o non ne siano fan. E spesso non soddisfano neanche i fan… Tra i migliori libri su un musicista voglio citare due libri del grande Nick Tosches, scrittore straordinario: “Dino” (su Dean Martin) e “Con me all’inferno”, potentissima biografia di Jerry Lee Lewis.

Per quanto riguarda le autobiografie se si eccettuano alcuni libri mitici (“Peggio di un bastardo” di Mingus o “La signora canta il blues” di Billie Holiday) sono poche quelle di grande valore.

Fa eccezione, a mio parere, questo libro uscito a fine 2019, uscito a nome di Prince ed intitolato “The beautiful ones. L’autobiografia incompiuta”.

Se The beautiful ones riprende il titolo di un suo pezzo inserito, tra altri più famosi, nel leggendario Purple Rain, uno dei suoi brani dall’esecuzione vocale più intensa, il sottotitolo dice subito che questo è un libro anomalo.
Prince non fece in tempo a terminare di scriverlo. La sua scomparsa improvvisa il 21 aprile 2016, causata da un’overdose da Fentanyl, farmaco analgesico oppioide, interruppe quarant’anni di carriera senza un attimo di respiro.

Quarantanni che produssero alcuni dei più importanti dischi della musica degli ultimi decenni. La gestione delle uscite postume, dopo un primo momento di stallo, sta regalando a chi ama la sua musica alcune cose davvero di qualità come i due dischi inediti “Piano and a Microphone 1983 (demo mozzafiato in solitaria appena prima di Purple Rain) e “Originals” (le versioni princiane di pezzi poi consegnati ad altri artisti).
Ma non dimentichiamo le due versioni espanse di Purple Rain e 1999 ricche di almeno un’ora ciascuno di inediti assoluti.

Prnce best album
Prnce best album

 

Anche questo volume fa parte delle pubblicazioni postume. È il libro della sua vita, ma è un libro interrotto, stratificato, multisfaccettato, fatto di materiali eterogenei e diversi. Ma è un libro di eccezionale valore e lontano dal tipico libro agiografico e tutto sommato inutile a cui spesso siamo abituati.

Tenendo in mano il libro, in primo luogo, ci accorgiamo che la sovraccoperta, dorata e viola (colori massimamente princiani) è piacevolmente ruvida. Risveglia i nostri sensi, come lo stesso Prince desiderava che facesse la sua musica.

Aperto il volume scopriamo che la copertina cartonata del libro è di un attraente viola. Un colore che fin dal medioevo è stato odiato dalla gente di teatro del nostro paese (era il colore della Chiesa che durante la Quaresima vietava ogni rappresentazione). Prince si appropria di questo colore sacro e lo fa suo, come simbolo della sua musica stessa, l’unione tra la sessualità e la spiritualità, il ritmo e l’anima, il funk e Dio.

rince’s Paisley Park Gala Event – Piano A Microphone shows
rince’s Paisley Park Gala Event – Piano A Microphone shows

Il color caffellatte delle pagine di introduzione si armonizza straordinariamente con i colori citati. La lunga introduzione di Dan Piepenbring ci informa dell’origine e delle modifiche del progetto di questa autobiografia. Ma è contemporaneamente anche il miglior pezzo mai apparso sugli ultimi giorni di Prince e retrospettivamente uno degli sguardi più ricchi sulla sua personalità e sulla sua natura più intima.

La sezione successiva del libro, tutta su pagine a sfondo nero, ci porta dentro questo libro di difficile definizione. Quello che originariamente doveva essere una raccolta dei suoi testi (enormemente sottovalutati ed invece vivissimi, sorprendenti e strettamente legati alla sua musica) si trasformò in qualcosa di più ricco. Prince decise di inserire anche materiali di varia provenienza, fotografie commentate, cartoline, documenti, buste, abbozzi, appunti, manoscritti che rendono questo libro uno scrigno di gioielli mai visti prima. E piano piano The beautiful ones si trasformò in un memoir, un flusso di ricordi che ha origine nel primo ricordo del Roger Nelson bambino: il sorriso di sua madre.

Un percorso intenso, non privo di sorprese per chi immagina questo musicista come un uomo distaccato, una star intoccabile. In queste pagine si può far conoscenza anche della sua normalità, della sensibilità e fragilità dell’anima princiana.

 

Come la sua vita si interruppe nel bel mezzo di una tournée (solo piano e voce, io sogno che esca prima o poi un documento ufficiale audio e video) anche il libro finisce prima di concludersi. È doloroso ma è così: Prince non c’è più.

Ma Prince è sempre qui, finchè esisterà qualcuno che suda o piange, che balla e ha i brividi. Che continua ad ascoltare la sua purple music.

Prince, The beautiful ones. L’autobiografia incompiuta,
Editore: HarperCollins
€ 30 – pp. 280 – 2019

Prince
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