I suoni e le sperimentazioni di IADEMA per la ritrovata etichetta Mille Plateaux

Incontro esplosivo, quello con Gianluca Iadema, per diversi validi motivi.
A Novembre 2019 usciva, su una ritrovata Mille Plateaux, un disco intitolato “Aphàiresis”.
Una puntualizzazione: essendo io stato un GRANDE fan e collezionista dell’etichetta di Achim Szepanski fin dagli esordi (parliamo del 1994…), sono rimasto inizialmente piuttosto perplesso su di un possibile ritorno di Mille Plateaux: poteva questa imprescindibile fabbrica di musiche aliene risorgere come una fenice?
Nel 2018 ascolto “Ultrablack Of Music I”, nuova raccolta piena zeppa di nomi inediti e, soprattutto, di un sacco di fantastica musica ispirata: “ok, Achim è tornato alla grande!” mi sono detto.

Gianluca Iadema
Gianluca Iadema

Scusate la divagazione, un poco passionale sì, ma necessaria per poter inquadrare il lungo e approfondito dialogo (troverete qui solo un ahimè sofferto estratto) che ho avuto con il nostro Iadema.
Dico ‘nostro’ a proposito:

“Brescia è la città in cui sono nato, e per quanto possa non sopportare i provincialismi, visioni spesso ottuse, provo un grande amore per quel luogo. È stato il mio conforto così come il mio sconforto: un gelido brivido e amore. Qui è nata la mia passione per la musica classica, abbracciata poi da quella elettronica e dall’arte contemporanea più in generale.”

Quindi, ricapitolando, mi ritrovo un bresciano su Mille Plateaux! Capite il mio entusiasmo adesso?

“Dopo aver completato i miei studi in pianoforte, mi sono trasferito in Austria per approfondire dal punto di vista accademico la composizione strumentale e quella elettronica… iniziando un percorso di studi alla Kunst-Universität Graz. In quel periodo sentivo la necessità di convogliare la mia grande passione per l’architettura sonora fissata, strutturale, concettuale, in una forma che potesse raccoglierne in sé l’essenza colorata da reminiscenze glitch e techno.”

“…tutto ciò che è ‘popolare’ non ha mai rappresentato direttamente il mio interesse artistico. Ho sempre cercato di carpirne il significato sociale, artistico, per poi farlo mio e trasporlo in una chiave di pensiero in un ordine differente…”

Gianluca si rivela una persona caratterizzata da strabilianti competenze e da un approccio determinato e metodico allo studio del suono; quasi fosse un chirurgo, procede per estrazioni, analisi, ricontestualizzazioni e sintesi dei suoni e dei segni comunicativi in generale, utilizzando tecnologie come Supercollider, processi come Cook’s Similarity and Difference Test e, ultimamente, interessi in AI e Deep Learning.

Musicalmente, siamo nelle lande di Ryoji Ikeda, Alva Noto, Terre Thaemlitz tanto per fare nomi storici, dei quali Iadema riprende il discorso, ampliandolo e modulandolo in maniera piuttosto originale (vedi la schizofrenia glitch di “Apeiron” o “Hyle”); strutture digitali trasparenti e taglienti, ghiaccio e riflessi, ritmi spezzati che improvvisamente ti portano in pianure di quasi silenzio.

“Un suono è un ambiente infinito… l’approccio che prediligo è ti tipo ‘cubista’, ovvero quell’attitudine che permette di osservare uno stessa oggetto, nello stesso istante, da prospettive differenti.”

“Per mia natura tendo a voler raggiungere una perfezione che non esiste. Ad ogni ascolto, mi accorgo di sfumature, dettagli (e sono questi che fanno l’arte), frequenze che potrebbero mutare, oppure accostarsi in modi differenti… Vedo ogni mio lavoro non come un punto di arrivo, bensì come un punto di partenza, per valorizzare un concetto, ampliarlo e sviscerarlo.”

Ogni brano in “Aphàiresis” nasconde un imprevedibile universo di dettagli e corrispondenze che, ad ogni nuovo ascolto, rivela una studiata struttura drammatica nascosta.
Non a caso Gianluca, che vanta un curriculum di studi ad alto livello (compreso un master presso il conservatorio di Brescia), mi parla di “composizioni aperte”.
Non crediate a questo punto di aver a che fare con il classico freddo e complicato approccio ‘accademico’:

“Vedi, è l’onestà che spesso viene a mancare. Perché descrivere, così distruggendolo, un progetto semplice, ma efficace, con lunghe descrizioni analitiche, solamente per cercare di portarlo ad un livello superiore quasi a giustificare l’atto artistico, quando questo non necessita altro che di un ascolto inviolato?”

“Hai in mente quando stai guidando ad alta velocità su un rettilineo? Ecco a me capita spesso di pensare di sterzare all’improvviso e pensare che cosa succederebbe in quel caso…”

Iadema
Iadema

Ecco altre parole parecchio interessanti che mi ha scritto:

“La musica del futuro è quella musica che non può definirsi solamente attraverso questa parola.”

“…il criterio che prediligo, e che trovo anche più congeniale alla mia visione artistica, è quello di scorporare l’elemento tecnologico o acustico, per arrivare al substrato invisibile che permette a questi oggetti di essere percepiti come tali. Arrivando all’origine infatti è un po’ come se si potesse trovare quel filo scoperto e riallacciarlo al sistema in svariati modi, con molteplici conseguenze.”

“Per me è di fondamentale importanza il risultato sonoro… Esso è l’esperimento, il risultato della ricerca, è il trovare nel ricercare continuo.”

Insomma, uno studio molto profondo sul suono, curiosità pornograficamente umana più che roboticamente chirurgica, che ci offre una visione molteplice ma pure comprensiva del fenomeno della percezione e dei segni.

Non c’è bisogno che vi consigli di ascoltare queste musiche su un buon impianto, così da gustare pienamente l’ampio spettro di frequenze e la spazializzazione dei suoni, e, se vi capita di tanto in tanto di battere il piede per seguire l’imprevista comparsa di un ritmo, lasciate pure che vi guidi attraverso queste lande aliene.

Aphàiresis
Aphàiresis

Quali sono gli ascolti fondamentali per Gianluca?
Glenn Gould – Bach Variazioni Goldberg (“penso che vada oltre qualsiasi universo empirico”) / Boards of Canada – Geogaddi / Ryoji Ikeda – dataplex / Plastikman – closer

Rivela poi 3 altri brani particolarmente influenti e ispiratori per lui:
Jonathan Harvey – Mortuos plango Vivos Voco / Steve Reich – Piano Phase / Luciano Berio – Sequenza per voce

Infine tre nomi da tenere d’occhio:
Mo H. Zareei (mHz) / Edoardo Tresoldi / Stefan Prins

Iadema ha realizzato diversi video a supporto/sviluppo del suo disco, li potete trovare cliccando qui.
Aphàiresis” sarà presto disponiblie in CD, rimasterizzato e con un booklet di 12 pagine, sempre per Mille Plateaux (http://www.edition-mille-plateaux.com/new33.html).

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